Care lettrici e cari lettori,
sapete chi è e cosa fa un’educatrice professionale socio-pedagogica?
È una professionista che tra i suoi compiti ha quello di
- individuare, promuovere e aiutare a sviluppare le potenzialità (cognitive, affettive e relazionali) delle singole persone e dei gruppi (1).
Quali potenzialità può promuovere e in che modo?
Per capirlo meglio vi propongo
- di fissare un colloquio conoscitivo con me (il primo è gratuito),
- navigare nel mio sito web,
- leggere questo articolo e gli altri del mio blog.
Qui tratterò l’importanza di potenziare le capacità esplorative, in particolare di bambin* e ragazz*.
Curiosità e consumismo
Durante il mio percorso riflessivo su come impostare il lavoro di educatrice professionale mi sono spesso confrontata su varie tematiche di interesse educativo, tra cui
- il rapporto tra la curiosità umana, le modalità di accesso alle informazioni contemporanee e il consumismo.
Gli esseri umani nascono curiosi e poi...
Da un lato bambin* e ragazz* si possono porre numerose domande sulle cose e le faccende del mondo e dall'altro l’ambiente adulto può richiedere loro di acquisire in fretta sempre più controllo su pensieri e azioni e rispondere velocemente a dubbi e domande (magari con risposte "preconfezionate").
Gli adulti di riferimento (genitori, insegnanti, educatori…) possono agire anche mossi da buone intenzioni, senza considerare il fatto che l'utilizzo di un determinato approccio può limitare ampiamente il desiderio di esplorare il più possibile in autonomia.
In un mondo dove le informazioni ti piovono continuamente addosso come una cascata e ti circondano come gli alberi di un bosco fitto fitto, si rischia
- di non trovare più il tempo per fermarsi a pensare, dubitare, immaginare domande, ipotizzare risposte;
- di bloccare la sete di curiosità altrui e considerare quei quei bambin* e ragazz* dei “contenitori vuoti da riempire” invece che dei potenziali scienziati, artisti, filosofi, ricercatori,
per tanti e vari motivi.
Un altro tema di rilevanza educativa che per me merita una riflessione apposita è il rapporto delle famiglie con il consumismo dilagante e la difficoltà che nasce nel dover fronteggiare tutte quelle pubblicità martellanti e variopinte offerte a bambin* e ragazz* su un piatto d'argento (in televisione, nella vetrina di un negozio...).
Come sostenere lo sviluppo della curiosità di bambin* e ragazz* di fronte all’enorme offerta di un certo tipo di giochi e proposte per passare il tempo libero preimpostate dal mercato (con evidenti finalità prima di tutto commerciali)?
Senza demonizzare tutto ciò che offre il commercio e senza nulla togliere al piacere che si può provare nel ricevere e utilizzare certi giochi “plasticosi” (in genere molto attraenti per chi ne usufruisce, essendo spesso studiati proprio per essere apprezzati nell’immediato), la mia riflessione si concentra soprattutto sulla qualità del tempo della vita di bambin* e ragazz*.
Oltre a tutto ciò, serve sicuramente una riflessione costante sull'uso degli schermi e del digitale...
Esplorazione ed educazione
La mia mente ha vagabondato a lungo con questi pensieri appresso, quando, a seguito di una ricerca mirata, un bel giorno il mio sguardo ha incontrato il titolo di un libro con una bellissima copertina, che mi ha fatto pensare a come si può ri-partire dalle “piccole cose”.
Il libro in oggetto è di Monica Guerra, pedagogista, ricercatrice e docente universitaria e si intitola:
“Le più piccole cose. L’esplorazione come esperienza educativa”.
L’esplorazione è un concetto che si ritrova con varie declinazioni in diversi ambiti del sapere.
L’essere umano da sempre tende a fare ricerca e in questo libro viene affermato che
- chi educa ha come compito quello di preservare questa tensione umana e non limitarla ma incoraggiarla e ampliarla.
Viene investigata l’azione educativa intesa come esperienza educativa, anche attraverso il pensiero, diversi spunti e proposte dell’artista Keri Smith, in particolare tratte da
“Come diventare un esploratore del mondo. Museo di vita tascabile”.
A partire dal contributo di quest’artista che promuove “un’arte della vita” e che vuole studiare oggetti e fenomeni con un atteggiamento curioso, attento a tutte le sfumature del mondo, viene presentata una proposta educativa che
- porta a focalizzare l'attenzione su oggetti e materiali della vita quotidiana,
- e può sostenere professionisti come gli educatori a sviluppare il proprio potenziale esplorativo e contribuire allo sviluppo di quello altrui.
Vengono valorizzati l’attitudine permanente alla ricerca in educazione e la funzione di
- domande (invece che di risposte),
- connessioni,
- tracce,
- e “cose” che sono vicine a noi e a portata di mano, anche, anzi soprattutto, le più piccole e apparentemente semplici.
Ogni esperienza può essere documentata da ciascuno nel modo in cui preferisce e attraverso l’utilizzo di linguaggi e strumenti che ritiene più adatti a sé in quel momento e l’azione esplorativa può coinvolgere persone di ogni età, tematiche e luoghi di ogni tipo. (2)
L’artista Keri Smith riporta nel suo libro diverse e numerose esplorazioni possibili, che si possono fare partendo da quello che si ha e/o procurandosi materiali, oggetti e strumenti di facile reperibilità (anche solo un quaderno e una matita) e suggestiona a sperimentare alcuni atteggiamenti utili per guardare il mondo come esploratori, tra cui
- prestare una grande attenzione a tutto ciò che è intorno a noi,
- utilizzare i vari sensi per intercettare il noto e l’ignoto,
- documentare le esperienze in tanti modi diversi,
- creare connessioni con l’ambiente e le cose che lo riguardano,
- considerare che tutto può essere interessante, a volte basta solo guardare le cose più da vicino… (3)
Nelle fotografie che accompagnano questo articolo mostro una traccia di esempi di raccolta finalizzata all'esplorazione di piccole cose della vita quotidiana.
Anche per il valore che ritengo possa avere “l’esplorazione” in campo educativo, attraverso il mio lavoro non intendo fornire risposte, ma
- confronto, anche con le mie opinioni professionali soggettive (opinioni che mi faccio attraverso studio, esperienza, ascolto, osservazione, conoscenza e interazione con le singole persone...);
- e disponibilità ad accompagnare attraverso il mio intervento professionale bambin*, ragazz*, genitori, famiglie, persone anziane nell’avventura della vita, un percorso costellato di dubbi, alcune domande a cui non daremo mai una risposta e altre a cui potremo darne una o anche molte, grazie alle nostre personali e originali interpretazioni del mondo...
Note bibliografiche
(1) Sergio Tramma, Educatore imperfetto. Senso e complessità del lavoro educativo, Carocci Faber, Roma, 2021, p. 19.
(2) Monica Guerra, Le più piccole cose. L’esplorazione come esperienza educativa, Franco Angeli, Milano, 2019, pp. 15-18.
(3) Keri Smith, Come diventare un esploratore del mondo. Museo di vita tascabile, Corraini, Mantova, 2022, pp. 5-19.
Bibliografia
Tramma S., Educatore imperfetto. Senso e complessità del lavoro educativo, Carocci Faber, Roma, 2021
Guerra M., Le più piccole cose. L’esplorazione come esperienza educativa, Franco Angeli, Milano, 2019.
Smith K., Come diventare un esploratore del mondo. Museo di vita tascabile, Corraini, Mantova, 2022
Note d'autore
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